Di Gatti Gianni 25/04/2023
La retorica del celebrare il 25 aprile ha raggiunto ormai vette impensabili con relativi commenti a seconda delle parti in modo ideologico e senza possibilità di incontro….e mi pare pure giusto che sia così.
Ma questo aspetto della storia è insieme memoria e depistaggio dove in nome della ricorrenza i peggiori liberisti nostrani si danno appuntamento.
Da quelli che da decenni, pur avendo governato, hanno portato lo stato delle cose sociali a questo livello che approfittano delle parole nelle commemorazioni per sembrare cosa diversa, per essere accettati ancora da quelli a cui hanno tolto il futuro.
Eccoli splendenti di luce sinistra nella più completa dedizione alla NATO, alle varie guerre, alle condizioni ed al senso del lavoro dove l’80% è a tempo determinato, ai sei milioni in crescita di poveri, ai 3,5 milioni di precari, alla privatizzazione della sanità, dei beni comuni.
Quelli che ci hanno portato in un mondo globalizzato senza difesa , ne autonomia energetica, con un mercato dipendente solo alle grandi imprese ed alla finanza, dove nessuna fabbrica è al sicuro proprio per la volatilità della borsa che controlla le produzioni assieme alle banche.
Ecco il mio disprezzo per chi separa fatti concreti nel tempo da parole il cui scopo è solo di restare a galla comunque ingannando la gente di cui per adesso hanno bisogno ogni cinque anni per elezioni.
Già mio padre partigiano ferito in azione, che purtroppo è mancato nel 2015, odiava queste celebrazioni di stato e ci andava solo per ritrovare suoi compagni di quel tempo che però erano sempre meno perché avevano un linguaggio semplice dietro una pratica comune.
La liberazione dal nazismo e dal fascismo (quest’ultima non del tutto eseguita per scelta di Togliatti) è ancora da dipanare.
Quell’ideologia fascista con cui NON abbiamo mai fatto davvero i conti, mentre permette a Mattarella di sbrodolare retorica buonista, difende gli stessi interessi per cui era cominciata cent’anni fa: quelli del capitalismo finanziario, del militarismo “per la pace” e della rapina di materie prime energetiche, ma non solo, a popoli ridotti alla fame assieme a grandi multinazionali.
Quindi viva il 25 Aprile, ma con tanti distinguo, almeno per me essenziali per chi ha coscienza della realtà sociale che stiamo vivendo ogni giorno anche con la complicità della politica senza una vera opposizione.